È apparso di recente sulla rivista italiana Wired un articolo di Luca Attias – commissario straordinario per la trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione – che si è da poco congedato dal ruolo.
Si tratta di un articolo da seguire con attenzione sia sotto il profilo della trasformazione digitale, sia rispetto alla comunicazione di un manager alle prese con ciò che ha funzionato e ciò che non ha funzionato al termine del suo mandato.
La prima cosa che colpisce è che, invece di partire da ciò che ha funzionato e puntare i riflettori sui risultati ottenuti, Attias ha scelto di partire da ciò che NON ha funzionato (l’articolo si intitola proprio Le 8 cose che non sono riuscito a fare per rendere l’Italia digitale) assumendosene la responsabilità.
Gli 8 punti evidenziati rispetto alla trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione sono stati:
- Non aver portato molto in alto l’Italia rispetto all’indice Desi – l’indice di digitalizzazione dell’economia e della società – ed a Transparency International, un’associazione che monitora i livelli di corruzione e trasparenza nei diversi Paesi del mondo.
- Non aver prodotto risultati tangibili nella razionalizzazione delle infrastrutture digitali.
- Non aver creato convergenza di tutti su un modello più diffuso di identità digitale.
- Il livello di consapevolezza sull’importanza del digitale nelle scuole, nelle imprese e nella società civile, considerato ancora come “aria fritta” o poco più.
- Non essere riuscito a scardinare gelosie e cultura del possesso circa l’interoperabilità dei sistemi informativi della PA.
- Il domicilio digitale, ancora non attuato del tutto, che avrebbe portato grande risparmio di denaro, di carta e di tempo per i cittadini e lo Stato.
- Abbattere la competizione tra le diverse strutture e lobby che si occupano di digitale.
- Il mancato coinvolgimento complessivo e compatto della politica sul tema del digitale.
Sotto il profilo comunicativo, inoltre, sono da notare non solo gli apprezzamenti al team guidato da Attias, ma anche la grande riconoscenza verso chi lo ha preceduto, senza nessuna traccia di scarico di responsabilità verso eventi o persone esterne.
Un articolo che consigliamo di leggere integralmente su Wired e di studiare secondo i due profili che abbiamo indicato: il consiglio di lettura, per chi è interessato ai temi del management e della comunicazione efficace, è il libro Professione Dream Manager di Matthew Kelly.

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