È proprio vero che l’Italia non è capace di attirare l’interesse degli investitori stranieri? La (buona) notizia di oggi sembra testimoniare l’esatto contrario.

Stando ai dati forniti da Italia Startup Visa – il programma del Ministero dello Sviluppo Economico per attrarre l’imprenditoria innovativa da tutto il mondo – l’Italia ha ricevuto quasi 500 candidature (per la precisione, 481) da 49 Paesi al di fuori dell’Unione Europea, per fare impresa sul nostro territorio.

Due risultano essere i principali fattori che rendono il nostro Paese attraente all’estero: primo fra tutti la “qualità della vita”, ovvero l’apertura culturale abbinata al grande patrimonio storico-artistico, insieme all’accesso al sistema educativo e sanitario; in secondo luogo, l’elevata preparazione dei professionisti dell’ecosistema delle startup innovative, collegata alla possibilità di operare a livello europeo.

Come riportato in un articolo di Corcom, non mancano le criticità legate alle lungaggini burocratiche per l’avvio d’impresa, alla mancanza di figure di elevata specializzazione ed alla differente mentalità imprenditoriale. Ma resta positivo il parere del sottosegretario al Ministero dello Sviluppo, Gian Paolo Manzella, sui risultati attuali e sugli sviluppi futuri di Italia Startup Visa: «la politica per le startup deve sempre di più consolidarsi in un quadro più ampio di politica industriale nazionale, dove il Fondo Nazionale Innovazione rappresenterà un importante supporto al mercato del venture capital in favore delle startup innovative. Un ruolo importante nel mondo delle startup lo rivestono anche le Regioni e la collaborazione con scuole, università e centri di ricerca».

Un supporto al mercato, come indicato da Manzella, che può venire anche dal tessuto imprenditoriale italiano, che conta circa 10mila startup attive e 60mila professionisti in diversi settori.

Una collaborazione, quella tra imprenditoria italiana ed internazionale, che può contribuire anche a superare le convinzioni consolidate del nostro mercato e spingere oltre i confini abituali: il consiglio di lettura, abbinato a questo tema, è il libro dal titolo Strategia Big Think di Bernd H. Schmitt, uno dei più grandi esperti nei settori del marketing e management.